4a Settimana di Quaresima - Venerdì C

Published on 3 April 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia pace. Mi scuso per gli ultimi giorni di omelie senza audio a causa di interruzioni di internet, ma siamo tornati alla normalità, gloria a Dio. Ci riuniamo per riflettere sulle potenti letture scelte per questo venerdì, in cui vediamo Gesù e gli Apostoli dirigersi a Gerusalemme per la festa ebraica dei Tabernacoli. Questa festa, nota anche come Sukkot, è un momento di gioia e di ricordo; commemora i quarant'anni di vagabondaggio degli israeliti nel deserto, durante i quali hanno vissuto in rifugi temporanei. È una festa che celebra la provvidenza e la presenza di Dio, nonché la chiamata a dimorare con Lui.

Nella prima lettura, tratta dal Libro della Sapienza, ascoltiamo i pensieri dei malvagi che cospirano contro il “giusto” - Gesù. Questo brano illumina il contrasto tra la giustizia di Dio e la cecità morale di coloro che gli si oppongono. L'uomo giusto, che incarna la fedeltà alla legge di Dio, diventa oggetto di disprezzo e persecuzione. Questo brano prefigura l'ingiustizia che Gesù stesso avrebbe affrontato: la sua giustizia costituisce una minaccia diretta allo status quo delle autorità e dei compiacenti.

Nel passaggio al salmo, troviamo la rassicurazione che “il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato”. Questa verità è particolarmente toccante per noi oggi, quando pensiamo a coloro che sono emarginati, disperati o oppressi. Dio non ci abbandona nella nostra sofferenza, ma si avvicina, pronto a salvare e a redimere. È questa profonda vicinanza di Dio ai suoi fedeli che rende utile la nostra presenza, anche in mezzo a prove e minacce.

Nel Vangelo di Giovanni vediamo Gesù che, pienamente consapevole del pericolo che lo circonda, sceglie comunque di partecipare alla festa dei Tabernacoli. Il suo andare alla festa è significativo; riflette il suo impegno ad adempiere alla legge, sottolineando al contempo la necessità di una celebrazione comunitaria e di una connessione con Dio. Gesù non si nasconde dalla realtà del messaggio evangelico e non evita di affrontare i piani delle autorità. La sua apparizione alla festa ha un duplice scopo: sostenere l'usanza ebraica e proclamare la verità della natura di Dio; così facendo, rivela la sua identità e la sua relazione con il Padre. In quanto Dio, tuttavia, egli onora anche gli sforzi e la fedeltà di coloro che partecipano alla festa per “incontrare Dio” e così Dio va loro incontro.

La festa dei Tabernacoli è anche un momento di attingimento dell'acqua, che simboleggia la fornitura di acqua da parte di Dio nel deserto e anticipa la venuta dello Spirito Santo. Durante questa festa, molti si recavano al Tempio e le grida dei fedeli si levavano verso il cielo in cerca di rinnovamento. È in questa atmosfera di attesa che Gesù proclama con coraggio la sua missione divina: Egli è la fonte di acqua viva, che porta non solo al sostentamento fisico, ma anche alla realizzazione spirituale.

L'insistenza di Gesù nel partecipare a questa festa, nonostante le minacce alla sua vita, mostra la sua perfetta tempistica. Il mancato arresto da parte delle autorità è una chiara indicazione che il suo ministero è governato da uno scopo divino; non possono toccarlo finché non è giunta la sua ora.

La festa dei Tabernacoli ci ricorda il continuo desiderio di presenza divina all'interno della comunità di fede. Evoca il ricordo di Dio che abita in mezzo al suo popolo, un tema pienamente realizzato in Gesù. In Lui, Dio si è riunito in mezzo a noi; con la sua presenza, sperimentiamo un assaggio del banchetto eterno.

Nella nostra vita di oggi, sforziamoci di essere coloro che dimorano nella fede, proclamando il messaggio di nostro Signore mentre aspettiamo la sua venuta di nuovo in tutta la sua gloria. Amen.


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