Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia pace. Oggi, in questo sabato dedicato alla Beata Vergine Maria, siamo invitati a riflettere sulla progressiva persecuzione affrontata da nostro Signore Gesù Cristo, che ci conduce verso la solennità della Settimana Santa. Le letture ci danno un buon senso del peso del conflitto e dell'incomprensione che circondava Gesù, che sarebbe stata solo una prefigurazione del grande sacrificio che avrebbe presto compiuto per la nostra salvezza.

Nella prima lettura, tratta dal profeta Geremia, ascoltiamo il lamento di un servo sofferente che sente il peso del tradimento e della cospirazione. Geremia descrive questo servo sofferente come “un agnello fiducioso condotto al macello”, illustrando il destino del Figlio di Dio con un linguaggio così toccante. Non si tratta tanto di un riferimento a Gesù che confida negli uomini, ma piuttosto in suo Padre - il nostro Padre. Coloro che un tempo erano ansiosi di ascoltare le sue parole si trovarono presto divisi sulla sua identità, perché egli aveva un totale e assoluto disprezzo per gli onori degli uomini. Egli disse a tutti loro la dolorosa verità come appello alla conversione, ma invece di digiunare e fare penitenza, essi cercarono di metterlo a morte. Alcuni lo acclamavano come il Profeta o il Messia, mentre altri lo respingevano a causa delle sue origini in Galilea. In una parola, erano tutti in disaccordo.
Questa crescente opposizione culmina nel brano evangelico di Giovanni, dove si nota esplicitamente la divisione tra il popolo. Alcuni riconoscono Gesù come il Cristo promesso, mentre altri mettono in dubbio la sua legittimità in base ai loro preconcetti e alle loro interpretazioni delle Scritture. Le guardie mandate ad arrestarlo, invece di imporgli le mani, tornano con le parole stupefacenti: “Mai nessuno ha parlato come quest'uomo”. Anch'essi sono presi nella rete di opinioni contrastanti, rivelando che Gesù non è una semplice figura, ma una presenza trasformatrice che sfida le credenze consolidate.
Eppure, in mezzo alle divisioni e alla tempesta di ostilità nei confronti di Gesù, incontriamo la nostra Madre, Maria, che si erge a modello di fede incrollabile e a sicuro sostegno morale per lui. Mentre il mondo intorno a Gesù gira in modo confuso, Maria incarna una fiducia più profonda nel piano divino di Dio e rimane per noi un'icona di fedeltà fondata. Il suo “fiat”, la sua accettazione della volontà di Dio all'Annunciazione, pone le basi per il suo ruolo di Madre di Cristo e di simbolo di fedeltà in mezzo al caos. Quando sorgono conflitti e crescono le persecuzioni, Maria ci insegna a rimanere saldi nella preghiera e nella fiducia, sapendo che la giustizia di Dio alla fine prevarrà, anche quando non riusciamo a vederla chiaramente.
Mentre continuiamo il nostro cammino quaresimale, siamo chiamati a riflettere sulle nostre risposte alle lotte della fede. Siamo come le folle che si meravigliano ma non riescono a capire? Anche noi nutriamo preconcetti che ci impediscono di vedere Cristo in mezzo a noi? Maria ci invita a riflettere e ad ascoltare, a custodire la parola di Dio nel nostro cuore con spirito generoso, producendo un raccolto di fede attraverso la perseveranza.
Cerchiamo di imitare il suo esempio, unendo le nostre lotte a quelle di Gesù. Come Maria rimase ai piedi della croce, sopportando il dolore di vedere suo Figlio soffrire, anche noi siamo chiamati a portare le nostre croci con amore e dedizione, confidando nella bontà di Dio che ci guida attraverso il tumulto della vita.
In questo tempo di Quaresima, rifugiamoci nel Signore, come proclama il Salmista. Con la nostra Madre come modello, perseveriamo nella preghiera e cerchiamo di approfondire il nostro rapporto con Cristo, partecipando attivamente allo svolgimento della sua passione e abbracciando infine la gioia della resurrezione che ci attende.
Che anche noi, fin d'ora, possiamo essere un sostegno morale per il nostro Signore in un mondo che si è raffreddato di fronte alla grazia di Dio che cambia la vita. Maria, Regina e Madre Santissima, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.
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