Carissimi fratelli e sorelle, spero che il vostro Avvento sia iniziato con una buona nota spirituale, visti i vostri numerosi propositi di migliorare la preghiera, il digiuno e l'elemosina, come abbiamo detto nell'omelia di ieri. Nella Santa Messa di oggi sentirete parlare del desiderio di Dio di stare con il suo popolo, di risanare le sue rotture e che per il suo popolo intende uomini e donne di tutti i ceti sociali, mentre chiama tutti amorevolmente al banchetto celeste dall'altra parte dell'eternità.
Credo si possa dire che la maggior parte di noi prova questa particolare sensazione quando entra in una chiesa cattolica, o almeno dovrebbe, dato che si tratta di un luogo in cui Dio risiede in modo molto speciale e in particolare all'interno di tutti i tabernacoli del mondo. Non posso fare a meno di pensare alla mia preziosa madre, che ha conservato questa bellissima devozione, che immagino abbia ereditato da sua madre, secondo la quale ogni volta che passa in auto o a piedi davanti a una chiesa cattolica, e saluta Gesù che risiede lì all'interno del tabernacolo. In qualche modo sa, come tutti noi dovremmo, che lì risiede il Signore Dio degli eserciti... colui che ama e sostiene ogni nostro respiro, e così si prende il tempo di rivolgergli una parola di riverenza.
Nella prima lettura di oggi, Dio ci ha dato la bellissima profezia attraverso Isaia: “Nei giorni a venire, il monte della casa del Signore sarà stabilito come il monte più alto e sarà elevato al di sopra delle colline. Tutte le nazioni accorreranno verso di esso; molti popoli verranno e diranno: “Venite, saliamo sul monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe, perché ci istruisca nelle sue vie e possiamo camminare nei suoi sentieri”.
Nell'antico Oriente, molte nazioni credevano che i loro dèi abitassero in templi e forse questi erano costruiti su un monte. La casa del Signore ai tempi di Gesù sarebbe stata il Santo Tempio di Gerusalemme, situato sul monte Sion. I re venivano istruiti sulla sua costruzione e i profeti, come Ezechiele, avevano visioni di Dio che partiva e tornava nella “sua casa”. Nostro Signore stesso rimproverò i cambiavalute del tempio, definendolo “casa del Padre”. Il fatto che Gesù parlasse di Dio come suo Padre personale era a dir poco scioccante per i suoi persecutori. Come osa quest'uomo chiamare Dio suo Padre! Chi si crede di essere? Questo era il loro sentimento, ma ciò che era ancora più sfuggente era come Lui, il Signore stesso, fosse ora il Santo dei Santi, il Nuovo Tempio Vivente in mezzo a loro e, anche se lo avrebbero messo a morte, sarebbe risorto. “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”.
Gesù, come Dio, è più grande del tempio. Laddove nella mente degli scribi e dei farisei stava bestemmiando, Gesù stava semplicemente affermando la verità, ma una verità così al di là delle loro menti finite. È facile per noi vederlo ora, in retrospettiva, molti anni dopo il fatto, ma che dire di quando Dio desidera parlarci e delle tante cose che cerca di mostrarci e che sono così al di sopra delle nostre teste perché semplicemente non ci siamo presi il tempo di sederci con lui in preghiera e di ascoltarlo bene?
Questo Avvento ci offre l'opportunità di cambiare tutto questo. I giorni dei monologhi quando si tratta della nostra preghiera dovrebbero appartenere al passato. Dobbiamo dedicare alla preghiera il tempo necessario per sederci, aspettare e dare al Signore la possibilità di parlare. Immaginate di andare a prendere un caffè con qualcuno che non fa altro che parlare, parlare e ancora parlare! Parlano di tutto e non ti lasciano dire una parola. Come ci si sente? Non troppo bene, immagino. Eppure, quante volte facciamo la stessa cosa con il Signore che ci ama così tanto?
Nel Vangelo, Gesù è invitato ad agire per conto del Centurione, il cui servo è paralizzato e in grande difficoltà a casa. Egli chiede a Gesù di dire solo una parola. In numerose occasioni, fratelli e sorelle, quando Dio mi ha dato la grazia di fare lo stesso e di permettergli di dire una parola, o di lasciarlo operare nella mia vita o in quella di qualcun altro, lo ha fatto in modo molto potente e chiaro. Vi incoraggio quindi tutti, in questo Avvento, a lasciargli dire solo una parola, e ci darà la forza e la grazia di rinnovare la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore.
Per intercessione della nostra Beata Madre, Dio Onnipotente vi benedica in questo Avvento, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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