Buon pomeriggio, cari fratelli e sorelle in Cristo. Mentre ci riuniamo per celebrare la memoria di San Giovanni della Croce, ci viene offerta una profonda opportunità di riflettere sulla sua vita, sui suoi insegnamenti e su come essi risuonino con noi in questo benedetto periodo di Avvento.
San Giovanni della Croce nacque il 24 giugno 1542 a Fontiveros, in Spagna. Fu un contemporaneo di Santa Teresa d'Ávila e una figura chiave della Controriforma. Insieme, lavorarono per riformare l'ordine carmelitano, sottolineando il ritorno a una vita di preghiera, semplicità e genuina comunione con Dio. Che bella riflessione può essere per tutti noi: la mia comunione e il mio rapporto con Dio sono autentici? Cosa può essere insincero nella mia comunicazione con Dio?
San Giovanni entrò nell'ordine carmelitano nel 1563 e divenne sacerdote nel 1567. Nel corso della sua vita affrontò grandi avversità, tra cui il carcere e la persecuzione a causa dei suoi sforzi di riforma. Tuttavia, fu attraverso la sofferenza e le prove che Giovanni scoprì profonde intuizioni spirituali che scrisse nei suoi scritti, in particolare “L'ascesa al Monte Carmelo” e “La notte oscura dell'anima”.
Riflettendo sulle letture di oggi, vediamo un chiaro collegamento tra gli ardenti profeti dell'Antico Testamento e la vita contemplativa che San Giovanni della Croce incarna. Nella prima lettura del Siracide, ad esempio, si parla di Elia, un profeta il cui fervore e zelo per la parola di Dio erano come una fornace ardente, che trasformava, illuminava e purificava. La missione di Elia era quella di preparare la strada alla venuta del Signore, di rivolgere il cuore dei padri verso i figli e di restaurare le tribù di Giacobbe.
San Giovanni della Croce prese a cuore queste parole profetiche nella sua vita. Affrontò prove e tenebre, che simboleggiano la “notte oscura” che precede l'illuminazione dell'anima.
Per Giovanni, comprendere e abbracciare questa oscurità era essenziale per riconoscere la luce di Dio. Proprio come Elia anticipò la venuta del Messia, Giovanni della Croce ci insegna come preparare i nostri cuori in questo periodo di Avvento. Ci invita ad andare oltre l'osservanza superficiale per entrare in una relazione trasformativa con Cristo - ancora una volta, per rendere autentico il nostro amore per lui, ma San Giovanni sapeva anche che questo è un processo che dura tutta la vita e un lavoro d'amore in sé e per sé. Quando desideriamo crescere nel nostro amore per Dio e per gli altri, questo è di per sé un lavoro d'amore che il Signore a sua volta benedice con grazie sorprendenti.
Attraverso il Salmo responsoriale imploriamo: “Signore, fa‘ che ci rivolgiamo a te; fa’ che vediamo il tuo volto e saremo salvati”. Questo desiderio di Dio riflette un tema centrale sia nell'opera di Giovanni che nella nostra riflessione sull'Avvento. L'Avvento, infatti, non è solo l'anticipazione del memoriale della nascita di Cristo, ma anche la conversione, l'allontanamento dalle nostre distrazioni, dai nostri peccati e dalle nostre autosufficienze. L'esempio di San Giovanni ci guida in questo senso attraverso la sua enfasi sulla preghiera e sulla solitudine contemplativa, invitandoci a cercare il volto di Dio profondamente e seriamente.
Nel Vangelo di oggi, conosciamo la misteriosa presenza di Elia nella persona di Giovanni Battista. Gesù rivela che Giovanni Battista, con il suo ministero, è il compimento della profezia di Elia: è lui che è venuto a preparare la via del Signore. Giovanni Battista incarna lo stesso zelo e la stessa passione che vediamo in Elia. Ci invita non solo a prepararci alla venuta di Cristo, ma a farlo con l'intensità che caratterizzava questi profeti.
Mentre ci addentriamo nell'Avvento, prendiamo spunto da San Giovanni della Croce. Egli ci insegna che il cammino verso Dio passa spesso attraverso la croce, la sofferenza e l'abbandono all'Amore divino. Questo può comportare l'accettazione delle nostre “notti buie”, durante le quali possiamo sentire l'assenza o il silenzio di Dio. Tuttavia, proprio come Giovanni ha trovato una profonda unione con Dio in mezzo alle prove, ci viene ricordato che ogni momento di lotta porta con sé i semi della grazia, che ci conducono verso la presenza costante di Dio, sempre con noi nel modo più profondo.
Celebrando oggi San Giovanni della Croce, chiediamo la sua intercessione. Ora che è in cielo non lotta più per ottenere la sua perfezione, perché Dio gli ha inviato molte grazie per santificarlo lungo il suo cammino. Egli fa lo stesso con noi. San Giovanni ha risposto generosamente a queste grazie e possa lui, la nostra Madre e tutti gli angeli e i santi aiutarci a fare lo stesso. Amen.
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