In questo ultimo sabato di Avvento, le nostre letture risuonano con un profondo messaggio di speranza, di gioia e di presenza divina. Nel brano di Sofonia, siamo invitati a “gridare di gioia” e a esultare perché il Signore ha rimosso il nostro giudizio ed è con noi come nostro Salvatore. Questo annuncio ci parla mentre ci avviciniamo ai giorni conclusivi dell'Avvento, preparandoci all'arrivo del nostro Re, che porta pace e dissipa le nostre paure.
Gridare di gioia. Possiamo? Possiamo davvero gridare di gioia? Siamo già in grado, spiritualmente parlando, non solo di provare gioia, che è uno stato più duraturo del sentirsi un po' felici di tanto in tanto... ma di provare quella gioia pacifica, profonda e duratura che è un frutto della presenza dello Spirito Santo, ma che ci viene dalla conoscenza e dalla vita della volontà di Dio?
In questo Avvento ci è stata offerta l'opportunità di apportare dei cambiamenti, le necessarie modifiche alla nostra vita che ci faranno progredire sul nostro cammino spirituale. Ci è stato chiesto di fare sacrifici in tre aree principali: preghiera, digiuno ed elemosina. Come ci siamo comportati? Ci siamo sforzati? Abbiamo preso in considerazione queste discipline che la Chiesa ci ha continuamente proposto?
Nel Vangelo incontriamo Maria che, piena di grazia, si affretta a visitare sua cugina Elisabetta. Qui vediamo la Madre di Dio proprio piena di gioia per gli ultimi eventi che ha vissuto all'Annunciazione. Qui, questa vergine umile, giovane, pienamente viva e senza peccato, viene avvicinata da un essere celeste, il cui splendore le parole non possono descrivere pienamente e adeguatamente, e si precipita da Elisabetta con la notizia. Il loro incontro non poteva che essere una bellissima manifestazione di gioia, poiché Elisabetta riconosce Maria come madre del suo Signore e la presenza stessa di Gesù in Maria fa fare salti di gioia al nascituro Giovanni. Questa scena riecheggia l'invito di Sofonia: la gioia è il risultato della presenza di Dio in mezzo a noi e soprattutto, grazie alla forza dello Spirito Santo, dentro di noi! Maria ed Elisabetta stavano gioendo per qualcosa di molto reale che stava accadendo dentro di loro, letteralmente. E quello che c'è dentro di me? Sono pieno di gioia per quello che c'è in me? Cristo abita lì? Trovo in me un cuore pronto a servire e amare Dio con la massima determinazione? Oppure Gesù vi trova una casa di tiepidezza?
Alle porte del Natale, esaminiamo questo spirito di gioia nel nostro cuore. Materialmente, può darsi che non ci manchi nulla, e di questo diciamo gloria a Dio. Ma spiritualmente possiamo essere poveri. Possiamo essere carenti. Potremmo essere desiderosi. Se è così, più ci doniamo agli altri, più diventiamo forti spiritualmente, ma solo attraverso la preghiera, e solo attraverso una preghiera impegnata con una coscienza buona, pulita, purificata, resa tale dal sacramento della Riconciliazione, dove il sangue dell'Agnello di Dio, nato per noi nella fredda grotta abbandonata di Betlemme, ci libera e ci dà un rinnovato spirito e fervore per abbracciare il nostro Signore e Dio.
Come Maria, che era pura di cuore e di spirito, anche noi corriamo con pulizia verso i bisognosi, condividendo le benedizioni che abbiamo ricevuto. Confidiamo nelle promesse di Dio e troviamo la nostra forza nella consapevolezza che Egli è davvero in mezzo a noi. Che anche noi possiamo gioire gli uni degli altri, celebrando l'amore infinito che Dio ha per ciascuno di noi. E in questi giorni conclusivi, ringraziamo con profonda gratitudine la Beata Vergine Maria, che ci ha sempre accompagnato e ci mostra cosa significa la vera gioia in Cristo.
Maria Santissima, portatrice di buone notizie, prega per noi che ricorriamo a te. Amen
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