Mercoledì - 2a settimana di Avvento C

Published on 10 December 2024 at 13:00

Nelle letture di oggi, tratte dal profeta Isaia e dal Vangelo di Matteo, esploreremo il tema del porre la nostra speranza e la nostra fiducia in Dio per trovare riposo per le nostre anime, poiché Lui solo conosce ciascuno di noi per nome e le nostre situazioni sono conosciute meglio di chiunque altro.

Lo sfondo della prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, è intriso di impotenza, perdita di fiducia e gemiti di un popolo sofferente. Descrive il mormorio di coloro che sono esiliati dalla loro casa e che sembrano pensare di essere dimenticati da Dio;
“La mia via è nascosta al Signore,
e il mio diritto è ignorato dal mio Dio”.
Nel loro crogiolarsi viene ricordato che Dio è eterno, onnisciente e potente, ma anche infinitamente generoso e buono. È quindi logico riporre in lui tutta la nostra fiducia e speranza, perché quando le nostre forze si esauriscono, egli è in grado di provvedere alle sue:

“Egli dà forza a chi sviene;
ai deboli fa abbondare il vigore.
Anche se i giovani svengono e si stancano,
e i giovani barcollino e cadano,
quelli che sperano nell'Eterno rinnoveranno le loro forze,
si leveranno come ali d'aquila;
correranno e non si stancheranno,
cammineranno e non si affaticheranno”.
Quante volte nella vita ci troviamo in un luogo di stanchezza? Possiamo essere esausti a tanti livelli: fisicamente, emotivamente, mentalmente, finanziariamente e persino spiritualmente. E proviamo ogni genere di cose per riaccendere e ripristinare noi stessi. Tuttavia, anche dopo aver percorso tutte le strade e esserci stancati delle vie del mondo, siamo invitati a riporre la nostra fiducia in Lui. Come disse Sant'Agostino: “Il nostro cuore può riposare solo se riposa in lui, il nostro Dio”.
Gesù, nel brevissimo ma potente Vangelo di oggi, lancia lo stesso appello. Siete stanchi, stressati, affaticati ed esauriti da ogni tipo di preoccupazione e di lavoro - “Venite a me... e io vi darò riposo”.
Ci vengono in mente Marta e Maria, che rappresentano per noi le due facce di questa medaglia. Ricordiamo il nostro Signore che in diverse occasioni ha trascorso del tempo con loro e con Lazzaro nella loro casa. Marta è preoccupata per tutto e stanca per tutte le faccende della vita, mentre Maria ha trovato riposo nel Signore. Si siede ai suoi piedi, conversa con lui, ascolta e gode del tempo trascorso con Gesù. Questo la rinfranca, ravviva il suo spirito, le dà gioia, mette in ordine le cose e dà loro la giusta prospettiva. Gesù ci chiarisce le cose e ci tranquillizza, ma abbiamo bisogno di passare del tempo con lui. Il tempo che trascorriamo con lui è una grazia, una benedizione che va oltre ogni altra cosa, e lui non vuole che ci sentiamo costretti. Alla fine, cominciamo a cercare e a desiderare quel tempo con lui.
Nel Vangelo di oggi, Gesù parla di un “giogo”... il suo giogo, per essere precisi. “Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me, perché io sono mite e umile di cuore; e troverete riposo per voi stessi. Perché il mio giogo è facile e il mio carico leggero”. Di cosa sta parlando, di un uovo? No, molto probabilmente si riferisce al giogo dei buoi. Si tratta di una coppia di buoi imbrigliati insieme con un dispositivo chiamato giogo, che è una trave o un telaio di legno che unisce i due animali al collo. Questo sistema permette ai buoi di lavorare in tandem, trainando aratri, carri o altri carichi pesanti. Gesù, quindi, non ci dice tanto che il “lavoro” o il peso non ci sarà più, o che il dolore sarà minore, ma piuttosto che ci aiuterà a portarlo e a superarlo.

Ma allora, ci si può chiedere, che cosa intende quando dice: “Perché il mio giogo è facile e il mio fardello leggero”? La risposta può essere trovata in uno dei suoi alterchi con i suoi persecutori e con coloro che erano schiavi di un legame legalistico con Dio e dei “pesanti fardelli” che ponevano sulle spalle degli altri. “Guai anche a voi, esperti della legge!”. Rispose. “Perché voi appesantite gli uomini con pesanti fardelli, ma voi stessi non muovete un dito per alleggerire il loro carico”, Luca 11:46. Quindi il giogo in questo passo è anche una metafora di uno stile di vita, un'adesione e un impegno a un insieme di insegnamenti 

in modo radicale. Gesù sta dicendo che il suo stile di vita nello Spirito, piuttosto che all'interno delle restrizioni dei vincoli della legge, è ciò che rende il suo giogo leggero e facile. Mi viene in mente un'altra citazione di sant'Agostino: “Ama e fai ciò che vuoi”. In altre parole, se siete guidati dal vero amore, quello che Dio approverebbe e benedirebbe, allora coprite l'intera legge (rispettare i vostri genitori, non rubare o mentire, non desiderare il coniuge del vostro prossimo... ecc.) Un'altra cosa che mi viene in mente è il numero di leggi, oltre 300, che gli ebrei hanno formulato, mentre Gesù le restringe a due, entrambe intrise di amore, verso Dio e verso il prossimo.

 

Chiediamo al Signore la grazia di sederci con lui e di permettergli di condividere le nostre fatiche. Chiediamogli anche la grazia di poter vivere veramente liberi, per mezzo dello Spirito Santo, perché solo così potremo spezzare le catene con cui spesso ci legano i desideri carnali. Siamo dipendenti da ogni genere di cose, ci stressiamo nel frattempo, perdiamo tempo prezioso per il riposo e la preghiera e, alla fine, continuiamo a sentirci come se ci mancasse qualcosa. Quello che ci manca è la libertà, che deriva dal vivere la verità che Gesù ha condiviso con noi, una verità che ci rende liberi e che ci permetterà di essere come Gesù, miti e umili di cuore. 


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